sala d´aspetto

Milano 2014, Lavinia Marinotti Javier Peñafiel

Emerge il parallelo con la stessa intimità forzata e ravvicinata che si respira nell’atmosfera della sala d’aspetto del medico: il contatto con l’altro con cui involontariamente si entra in relazione e si condivide un momento e uno spazio. I pazienti, vittime dell’attesa e oggetti della diagnosi medica, sono paragonati dall’artista, con delicata ironia e con poesia, alle sorti delle sue opere, ai foglietti sui quali il suo disegno si dilunga meticolosamente, per poi essere lasciati in balia del fruitore, che si appropria di un piccolo pezzo, scegliendo l’annuncio a lui più confacente. Frasi dal sapore proverbiale, come modi di dire, a tratti surreali, che recitano: “Vestirsi di tutto”, “Annodare topi”, “Terra reversibile”. Javier Peñafiel ha invitato Lavinia Marinotti a realizzare un intervento grafico a partire dai suoi disegni per collocarli in una grande carta biografica, una bio mappatura dove poterli inscrivere e contestualizzare nello spazio vitale della Sala d’aspetto.

Ana Musini